BIOGRAFIA / BIOGRAPHY

Catalogo della mostra "Ignazio Moncada fixes" a cura di J. Davray alla Galerie Davray, Parigi, 2-30 dicembre 1965/ Exhibition catalog "Ignazio Moncada fixes", curated by J. Davray at Galerie Davray, Paris, 2-30 December 1965
Copertina del catalogo della mostra "Moncada" a cura di Enrico Crispolti alla Galleria dell'Obelisco, Roma, 29 gennaio 1971 / Cover of the exhibition catalog "Moncada", curated by Enrico Crispolti at the Galleria dell'Obelisco, Roma, 29 january 1971

Ignazio Moncada è nato a Palermo nel 1932. Laureatosi in Scienze Politiche nella città natale, coltiva parallelamente la passione per la pittura, aggiornandosi rapidamente sulle ricerche artistiche contemporanee.
Compie un primo viaggio a Parigi nel 1952, per conoscere le opere dell’avanguardia europea, e nel 1958 vi si trasferisce. 
Dopo aver partecipato ad alcune mostre collettive a Palermo, effettua nel 1965 la sua prima mostra personale nella Galerie Davray di Parigi, dove presenta dipinti su vetro non figurativi.
Nel 1966 vive a Bruxelles, dove intreccia nuovi contatti, per tornare quindi in Italia e stabilirsi a Roma dal 1967 al 1973. Espone in questi anni con la galleria New Smith di Bruxelles (1969 e 1972) e a Roma nella Galleria Ferro di Cavallo (nel 1968) e quindi nella Galleria dell’Obelisco nel 1971, in una mostra presentata da Enrico Crispolti, che ottiene notevole successo. 
Negli anni Sessanta, nella sua pittura, fondata essenzialmente su una coesistenza di colori, aspramente contrastati da intervalli di zone bianche, piani opposti si conciliano, con ribellione, nel misticismo dell’angolo retto a cui succede ben presto la fluidità del cerchio.
Frequenta il mondo culturale della capitale, e al suo lavoro pittorico si avvicinano critici e poeti, come Cesare Vivaldi, Angelo Maria Ripellino, Emilio Villa, Murilo Mendez e Valentino Zeichen, che scriveranno sulla sua pittura.
Nell’inverno del 1973 soggiorna in Liguria, a Calice Ligure, avviando anche i primi esperimenti di lavorazione della ceramica ad Albissola. La passione per questo genere di materiali lo accompagna anche nei mesi estivi, trascorsi in Sicilia, dove dipinge a ingobbio terracotte, che trascendono la funzione d’uso, presso un maestro vasaio di Santo Stefano di Camastra, che lavora secondo l’antica tradizione, utilizzando una cottura a legna, interrata. 
Dal 1974 Moncada vive e lavora a Milano, città alla quale inizialmente si avvicina anche per l’amicizia stretta con Ernesto Rogers e nella quale si inserirà pienamente. Le sue ricerche pittoriche trovano luogo di presentazione in luoghi come la Galleria dell’Ariete Grafica, Il Salotto a Como, la Galleria Morone a Milano.

Ignazio Moncada was born in Palermo in 1932. He graduated in political sciences in his hometown, where he cultivates his passion for painting, alongside updating his contemporary artistic researches. 
He makes his first trip to Paris in 1952, getting familiar with the european avantgarde and moves in the city in 1958. 
After having participated to some group shows in Palermo, in 1965 he carries out his first solo exhibition at the Galerie Davray of Paris, where he presents non-figurative paintings on glass. 
In 1966 he moves to Brussels, where he ties new contacts, to then get back to Italy and settle in Rome from 1967 to 1973. During these years, he shows with the New Smith Gallery of Brussels (1969 and 1972), in Rome at the Galleria di Ferro of Cavallo (in 1968) and in the Galleria dell’Obelisco in 1971, an exhibition presented by Enrico Crispolti, getting a significant success. 
During the Sixties, in his painting, based on a coexistence of colours, strongly opposed by white areas, he combines the mysticism of the right angle to the fluidity of circle. 
He follows the cultural world of the capital, meanwhile critics and poets like Cesare Vivaldi, Angelo Maria Ripellino, Emilio Villa, Murilo Mendez and Valentino Zeichen become more and more interested in his artworks, and will write about it. 
In the winter of 1973, he resides in the Liguria region, initiating his first experiments with ceramics in Albissola. The passion for this kind of material will follow him also during the summer, spent in Sicily, where he paints with the engobe tecnique terracottas with the most different uses, with a master potter in Santo Stefano of Camastra, which works according to ancient tradition, using an interred wood-burner. 
From 1974, Moncada lives and works in Milan, city in which he starts getting closer to with the friendship with Ernesto Rogers. His pictorial researches will find a place in locations like the Galleria dell’Ariete Grafica, Il Salotto in Como, the Galleria Morone of Milan. 

Nei primi anni Settanta una più serena atmosfera cromatica pervade la serie dei quadri denominati “Trasparenze”, che sfocerà nelle stratificazioni sperimentali dei “Reperti di archeologie astratte” del 1977-1980, nei quali la commistione di pittura e carta velina determina un effetto di cancellazione e di disvelamento simultanei. Nel 1978, il carattere di queste rappresentazioni per segni evocativi, trova una sua applicazione nelle scene del balletto “Per viola”, su musica di Bruno Maderna, per il Teatro Massimo di Palermo. Le “Archeologie” vengono poi presentate in alcune mostre personali, tra le quali una in Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1979.
Nel 1979 partecipa ai primi progetti di ridefinizione del volto di Gibellina nuova, nella ricostruzione della città distrutta dal terremoto del Belice del 1968, realizzando, all’ingresso della cittadina, un muro in ceramica policroma di cinque metri di altezza, nel quale la poetica della sua pittura di quel periodo viene espressa in una materia pittorica che si trasforma nel corso della cottura, per poi cristallizzarsi.
Una nuova volontà di espansione del formato pittorico e di ampliamento del suo effetto visivo lo porta, in questa fase, a elaborare nuove composizioni, in cui il colore, sottomesso ad un effetto di trasparenza e di annebbiamento, sprigiona una luminosità diafana. Nella serie “Alesa e i segni del tempo”, i rossi-mattone, i neri smorzati, i gialli-ocra, sono dei riverberi, allo stesso tempo luminosi e opachi, che fanno pensare alle impressioni retiniche.
Sulla base di questi nuovi spunti compositivi, coltiva l’ambizione a realizzare interventi di grandi dimensioni in relazione con spazi architettonici. Tale intuizione lo porta a concepire la possibilità di portare la propria opera pittorica sull’esterno dei ponteggi di edifici in fase di restauro, con quella che sarà definita come Pont Art (Arte del ponteggio). La prima occasione di applicare tale progetto ha luogo nel 1982, durante il restauro dei portici meridionali di Piazza Duomo a Milano, per il quale esegue, sugli enormi teli di plastica che ricoprono l’edificio, una pittura di 450 metri quadrati, con una struttura pittorica legata alla serie “Alesa o i segni del tempo”.
Secondo Pierre Restany, la Pont Art di Moncada trasforma il cantiere in una specie di grande schermo di immagini e di linguaggio visivo, nobilitando il lavoro con il linguaggio artistico.

 

In the early Seventies, a more peaceful and chromatic atmosphere takes place in the series “Trasparenze”, that will result in experimental stratifications of the “Reperti di archeologie astratte” of 1977-1980, in which the mixture of paint and tissue paper determines an effect of cancellation and of revelation which are simultaneous. In 1978, the character of these representations which have evocative signs, finds its application in the ballet scenes of “Per Viola”, with the music of Bruno Maderna for the Teatro Massimo of Palermo. The “archeologie” are then presented in some solo-shows, among them one in Palazzo dei Diamanti in Ferrara in 1979. 
In 1979 he participates to the first projects of redefinition of the new Gibellina, in the reconstruction of the city destroyed by the Belice earthquake of 1968, designing at the entrance of the town a wall in multicoloured ceramic with a five meter height, in which the poetry of his painting at that time was expressed in a pictorial matter that is transformed during the baking and then crystalized. 
A new willingness of expansion of the pictorial format and extension of its visual effect, brings him, at this stage, to elaborate new compositions, in which colour subdued to a blurred and transparent  effect, radiates a pale brightness. In the series “Alesa e i segni del tempo”, the brick-reds, the diluted blacks, the ochra-yellows, are reflections, and at the same time luminous and opaque, which suggest retinal impressions. 
On the basis of these new compositional ideas, he grows the ambition to achieve projects on a larger scale, with new architectonic spaces. This intuition brings him to consider the possibility of bringing his works on the outside, specifically on the scaffolds of buildings during their restoration stage, with the one that will be later defined as Pont Art (art of scaffolds). The first occasion in which it was possible to allow this project was in 1982, during the renovation of the arches of Milan, precisely in Piazza Duomo, for which he carries out enourmous plastic sheets that cover the building, a painting of 450 metres squared, with a pictorial structure strictly linked with the series “Alesa segni del tempo”. 
According to Pierre Restany, Moncada’s Pont Art changes the construction site in a sort of “big screen” of images and visual language, mobilizing the work with an artistic language. 

Scenografia del balletto "Per Viola" al Teatro Massimo di Palermo, 1978 / Scenography of the "Per Viola" ballet at the Teatro Massimo in Palermo, 1978
Ignazio Moncada, "Archeologia astratta", 1978, acrilico e carta velina su tela, 80x60 cm / Ignazio Moncada, "Archeologia astratta", 1978, acrylic and tissue paper on canvas, 80x60 cm
Ignazio Moncada, Muro in ceramica, 1979, Gibellina / Ignazio Moncada, ceramic Wall, 1979, Gibellina
Pubblicazione dell'intervento di Pont Art, Piazza del Duomo - portici meridionali, marzo/aprile 1982 / Publication of the art work of Pont Art, Piazza del Duomo - southern arcades, March / April 1982
Ignazio Moncada mentre lavora alla Pont Art per Piazza del Duomo, 1982/ Ignazio Moncada while working at art work of Post Art, Piazza del Duomo, 1982

Altri interventi di Pont Art saranno realizzati in seguito ancora nel centro di Milano, in largo Donegani (Segni del vento, 1984), quindi a Madrid (Palazzo Abrantes in Calle Major, sede dell’Istituto Italiano di Cultura, 1987) e ad Augsburg (Gollwitzerhaus, 1992).
La sua aspirazione a portare la pittura nei grandi spazi architettonici e ambientali si rivela anche in altre occasioni, come la sistemazione di grandi pannelli pittorici nell’intercolmnio di Palazzo del Senato durante la prima edizione di Milano Poesia nel 1984, oltre che in altri lavori effettuati con la ceramica in edifici privati e pubblici, fino al grande intervento sulla “Passeggiata degli Artisti” di Albissola Marina (Gioie e delizie di Galatea, 2007).
Nel corso degli anni Ottanta la sua pittura ottiene nuove attenzioni in Italia e all’estero, con mostre presso il Mercato del Sale, lo Studio Marconi, la Galleria del Naviglio a Milano, l’Istituto Italiano di Cultura a Madrid nel 1987, in occasione dell’intervento di Pont Art, e il Musée des Beaux-Arts di Chartres, dove nel 1988 espone la serie dei “Ballabili”, con i quali accentua la forza del colore, sulla base della precedente sequenza delle “Alese”.
Ora le forme brillanti e tattili dei colori gialli, rossi, blu, verdi, si alternano a trasparenze e spazi di fondo, si collegano fra di loro, rimbalzano, si comprimono, si distendono, mentre affiorano sempre nuove possibilità compositive. Nei suoi modi espressivi la pittura raggiunge sempre un ritmo intenso, non riposa su un’architettura più o meno regolare, ma sviluppa quella che Moncada chiama una “sarabanda di forme” vagamente circolari e sinuose, che sembrano “fare delle piroette”.
Seguirà una fase in cui le forme vanno assumendo una disposizione apparentemente più organizzata su motivi verticali e seriali, nelle “Differenze” e nelle “Correnti”, oggetto di attenzione da parte di Stefano Agosti, per la mostra nella Galleria del Naviglio del 1991, e di Guido Ballo, per la mostra in Palazzo Chiaramonte (detto Lo Steri) a Palermo nello stesso anno.

Other measures of Pont Art will be carried out again in the center of Milan, in Largo Donegani (Segni del vento, 1984), in Madrid (Palace Abrantes in Calle Major, headquarter of the Italian Institute of Culture, 1987)and in Augsburg (Gollwitzerhaus, 1992). 
His aspiration to bring painting in big locations, is shown also in other occasions, like the arrangement of large boards in the intercolumniation of the Palace of the Senate during the first edition of” Milano Poesia” in 1984, or in other works conducted with ceramic in private and public buildings and the big intervention of the “Walk of the artists”of Albissola Marina (Gioie e delizie di Galatea, 2007). 
During the Eighties his painting gets Italian and foreign attentions, with exhibitions at the Mercato del Sale, Studio Marconi, Galleria del Naviglio in Milan, the Italian Institute of culture in Madrid in 1987, in occasion of the work of Pont Art and the Musée des beaux-arts of Chartres, where in 1988 he shows the series “Ballabili”, where he accentuates colour, on the basis of the previous series “Alese”. 
The bright and tactile forms of yellows, reds, blues, greens, alternate with transparencies and blank spaces that connect, compress, stretch meanwhile new compositional possibilities surface. In his different ways of expressing, painting always reaches an intense rythm, it doesn’t rest on a regular architecture, but instead develops what Moncada calls a “saraband of forms” vaguely circular and winding that “seem to twirl”. 
It will then follow a phase where forms assume an apparently more organized disposition, on vertical and serial patterns in the “Differenze” and “Correnti”, which brought the attention of Stefano Agosti, for the exhibition in the Galleria del Naviglio in 1991 and of Guido Ballo, for the exhibition in Palazzo Chiaramonte (Lo Steri) in Palermo in the same year. 

Nel 1993 la Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate dedica a Moncada una retrospettiva, presentata da Elena Pontiggia, tra i critici più attenti al lavoro dell’artista in questi anni, che sottolinea la continuità del suo lavoro e il suo costante rinnovamento, osservando come esso si traduca in una nuova “musicalità” e nel suo rapporto con strutture sempre aperte.
Il linguaggio delle forme e dei colori si estende sempre più negli anni Novanta alla ceramica, tecnica con la quale Moncada elabora ulteriori e infinite possibilità d’espressione, nel gioco acquoso degli smalti, nella morbidezza degli ingobbi, nelle graffiature, nel risalto dei rilievi e soprattutto nelle sue qualità di trasmissione di procedimenti che affondano nella storia il loro carattere.
Coevi alle serie pittoriche delle “Differenze” e delle “Correnti” e all’“Ombra della luce” del 1994 sono i murali in ceramica policroma realizzati per la sede della Winterthur Assicurazioni di Milano (una superficie di 130 x 190 centimetri del 1990), presso la sede centrale del Banco di Sicilia a Milano (290 x 380 centimetri del 1992), così come il riquadro in ceramica smaltata del 1993 presso il Medio Credito Lombardo a Milano di cm 224 x 224, nonché la Pont Art del 1992 realizzata sul Gollwintzerhaus, ad Augsburg in Germania.
Nel 1995 Moncada realizza un intero ambiente in ceramica, la Stanza dell’irrequieto, nella Villa Trabia a Bagheria e una Torre in bronzo per il Medio Credito Lombardo a Roma, alta cm 225. Nello stesso anno sperimenta un’altra tecnica, realizzando alcuni arazzi per Krizia.
Tra il 1999 e il 2001 compie sei piscine in mosaico e i rivestimenti ceramici policromi per due bar dei transatlantici greci Olympic Voyager e Olympic Explorer.
In questo periodo la sua pittura conosce una nuova stagione di espressività gioiosa del colore, con la quale recuperare anche, attraverso i motivi decorativi e le presenze di segni diversificati, una radice mitologica, identificata nei soggetti dei titoli delle sue opere dedicate a Poseidone, Galatea, Polifemo.
La grande tela del 2002 acquisita dall’Università IULM di Milano, dal titolo La residenza di Poseidone era un gran palazzo in fondo al mare, fa parte di tale nuovo ciclo, vivificato da un’improvvisa “brezza immaginaria” proveniente dalla rievocazione del potere liberatorio degli antichi riti pagani. Attorno a questa stagione della pittura di Moncada Luciano Caramel interviene nel presentare le mostre del 2001, presso lo Spazio Annunciata, e del 2004, presso il Centro d’Arte Arbur, sempre a Milano.
Nel 2007, sul lungomare di Albissola, che ospita interventi di molti artisti che vi hanno operato dagli anni Quaranta, Moncada aggiunge un’altra sua opera ambientale, un sedile in ceramica ingobbiata, lungo quarantadue metri, che delimita a semicerchio una piazza. La intitola Gioie e delizie di Galatea, in continuità con i temi della pittura di questa fase della sua opera.
Nel 2011 la Triennale di Milano ospita una esauriente antologica della sua produzione ceramica.
Nel 2012 decora il soffitto della Biblioteca del Palazzo Branciforte a Palermo, con un affresco di metri 20 x 8.
Muore a Milano il 7 ottobre 2012
Nel 2013 viene costituito L’Archivio Ignazio Moncada.

In 1993 the Civica Galleria d’Arte Moderna of Gallarate dedicates to Moncada a retrospective, curated by Elena Pontiggia, one of the most interested art critics of the Moncada in these years, which emphasises the continuity of his work and its constant renewal, observing how this translates in a new “musicality” and in its relationship with open spaces. 
The language of shapes and colours extends even more in the Ninties to ceramic, technique where Moncada develops endless possibilities of expression, in the glazes, in the softness of engobes, in the scrapings, on the attention to embosses, but especially in its quality of transmitting the procedures that sink in history. 
Close to the series of the “Differenze” of the “Correnti” and “All’ombra della luce” of 1994 are the ceramic murals made purposely for the headquarter of the Winterthur insurances in Milan ( with an area of 130 x 190 cm of 1990), among the central headquarters of the Banco di Sicilia always in Milan (290 x 380 cm of 1992), just like the frame in glazed ceramic of 1993 among the Medio Credito Lombardo in Milan of 224 x 224 cm, as well as the Pont Art of 1992 achieved in Gollwintzerhaus in Augsburg, Germany. 
In 1995 Moncada developed a whole environment in ceramic, “la stanza dell’irrequieto” in Villa Trabia in Bagheria and a bronze “tower” for the Medio Credito Lombardo in Rome, with the height of 225 cm. In the same year, he experiments another technique, making tapestries for Krizia. 
Between 1999 and 2001 he makes six pools in mosaic and the coatings in coloured ceramic for two cafe’s for the Olympic Voyager and the Olympic Explorer. 
During these years, his style comes familiar with a new expression of colour, and recovering, through patterns and varied signs, mythological roots, identified in the charcaters of the artworks dedicated to Poseidon, Galatea and Polyphemus. 
The canvas of 2002 bought by IULM University in Milan with the title “La residenza di Poseidone era un gran palazzo in fondo al mare”, is part of this new series, revitalised by an “imaginary breeze” coming from the liberating power of the ancient pagan rites. Around this particular season of Moncada’s painting, Luciano Caramel intervenes to present the exhibitions of 2001 in Spazio Annunciata, and from 2004 among the Art Center of Arbur, in Milan. 
In 2007, on the Albissola’s waterfront, that hosts many artists that have worked from the 1940’s, Moncada adds another of his environmental works, a ceramic chair, long forty-two metres that determines a semi-circle in a square. This work was named “Gioie e Delizie di Galatea”in continuity with the themes of his painting at this stage. 
In 2011 Milan’s Triennale hosts many of his ceramic productions. 
In 2012 he decorates the ceiling of the Library of Palazzo Branciforte in Palermo, with a fresco of 20 x 8 metres. 
He dies in Milan the 7th of October 2012. 
In 2013 the Ignazio Moncada archive was founded. 

Copertina del catalogo della mostra "Ignazio Moncada. Mostra Antologica 1953-1993", a cura di Elena Pontiggia alla Civica Galleria d'Arte Moderna, Gallarate, 23 maggio-19 giugno 1993 / Cover of the exhibition catalog "Ignazio Moncada. Antological Exhibition 1953-1993", curated by Elena Pontiggia at Civic Gallery of Modern Art, Gallarate, 23 may-19 june 1993
Copertina del catalogo della mostra "Ignazio Moncada, I caldi pomeriggi nei giardini di Polifemo", a cura di Silvana Annicchiarico e Marco Meneguzzo alla Triennale Design Museum, Milano, 18 ottobre-27 novembre 2011 / Cover of the exhibition catalog "The hot afternoons in the gardens of Polifemo", curated by Silvana Annicchiarico and Marco Meneguzzo at Triennale Design Museum, Milan, 18 October-27 november 2011
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